CIAK proibito ITALIA
ANIMA E (HARD?) CORE
Davide Ferrario, Antonello De Leo e Salvatore Piscicelli. Tre maniere diverse e italiane di avvicinarsi al tema del sesso ma con un minimo comun denominatore: nessuna paura delle scene forti
Anche sugli schermi italiani il muro fra cinema “serio” ed erotismo, più o meno spinto, sta per cadere ed è significativo che le prime picconate siano state vibrate da tre autori controcorrente: Davide Ferrario (Tutti giù per terra), un regista alieno da ogni sensazionalismo ma sicuramente desideroso di esplorazioni cinematografiche; Antonello De Leo, esordiente nel lungometraggio ma già candidato all’Oscar lo scorso anno per il corto Senza parole, e Salvatore Piscicelli. Ferrario, come s’è già detto, è sul set di Guardami, film sul mondo del porno che sconfina nel vero e proprio hard: “Il mio film è un semplice racconto sul mestiere di porno attrice“, ha dichiarato il regista, “una storia ben precisa che però non ha nulla a che fare con la vita di Moana Pozzi, come qualcuno ha detto. E’ un viaggio molto laico e senza condanne nel mondo della carne“. Antonello De Leo, invece con La vespa e la regina gioca sul paradosso e racconta la storia di Renato (Pere Ponce), gay integralista e duro che, per esaudire l’ultimo desiderio della nonna Assunta decide, almeno una volta nella vita, di andare con una donna. Ma sbaglia e sceglie una lesbica irriducibile (Claudia Gerini). Alla fine, però, i due, contro ogni previsione, finiranno per innamorarsi. “Non c’è niente di voyeuristico nel nostro film“, dice Claudia, “anche se qualche sequenza susciterà sicuramente un po’ di scalpore. Al di là del tema dell’omosessualità, La vespa e la regina è una pellicola sull’identità, qualcosa che nella vita non si finisce mai di scoprire“.
Anche Il Corpo dell’Anima di Salvatore Piscicelli (Immacolata e Concetta, Le occasioni di Rosa), è la storia di una scoperta: la scoperta del sesso e dell’amore che un anziano scrittore (Roberto Herlitzka), ricco e vedovo, fa a poco a poco grazie alla giovane e sensuale governante (Raffaella Ponzo): “Il sesso“, dice il regista, “è la prima, fondamentale forma di comunicazione tra due figure così distanti per età, classe e cultura come Ernesto e Luana. Per questo nel film c’è una rappresentazione forte, senza moralismi ma anche senza compiacimenti del sesso: i corpi e il desiderio sono importanti“. Insomma, scene forti per storie forti.
M. B