Site icon Raffaella Ponzo

ITALIA SERA – RASSEGNA STAMPA – IL CORPO DELL’ANIMA

la prima

Dai concorsi di bellezza alla sua prima volta da protagonista la romana Raffaella Ponzo nei cinema in “Il Corpo dell’Anima”

“Le scene di sesso?
Peggio quelle da donna di casa!”

di Paolo Pelinga

Quando vinse il concorso nazionale per aspiranti attrici “Ragazza Cinema O.K.” Raffaella Ponzo era già bella, paffutella, avvenente, con un seno prorompente e debordante, un fisico veramente notevole nonostante la sua ancor tenera età. Oggi, a distanza di qualche anno, Raffaella è bellissima, affascinante, “bona”, come si sente ripetere per strada, fino alla noia, da ammiratori improvvisati ma sicuramente buongustai. Intelligente, saggia, sensibile e simpatica, Raffaella Ponzo nel film “Il Corpo dell’Anima” di Salvatore Piscicelli – in uscita nelle sale di tutta Italia – è al suo primo ruolo da protagonista ed ha tutte le ragioni per ritenersi più che soddisfatta. Il film è piaciuto, lei ne esce decisamente vincente e, con partner del calibro di Roberto Herlitzka ed Ennio Fantastichini, è destinato ad un sicuro successo anche se il film, per alcune scene scabrose e per i nudi – veramente mozzafiato – di Raffaella, non mancherà di far discutere. Ma, si sa, le discussioni e le polemiche, in genere, giovano per portare sempre più gente al botteghino del cinema, perché fanno scalpore e suscitano curiosità.
In Raffaella si possono ammirare la grazia, la gradevole e sottile opulenza, l’autonomia e la dirompente vitalità. “Raffa” è una creatura libera, fresca, giovane, maliziosamente ingenua, che urla il suo immenso e assoluto “sì” alla vita. La ragazza entra ed esce dal suo mondo e il racconto si fa ora licenzioso, ora drammatico e commovente, con un finale di grande spessore emotivo. Ma sentiamola Raffaella, alias Luana.

– Qual è la molla che spinge Luana a comportarsi in maniera così trasgressiva?

“Forse il narcisismo, che poi chiama il vouyerismo, e quindi c’è un gioco tra queste due pulsioni. Non c’è dubbio che quella è la molla psicologica primaria che spinge Luana a rapportarsi al mondo; ma il narciso è uno che si rapporta al mondo attraverso se stesso, attraverso il piacere di se stesso”.

– Cosa hai provato quando giravi scene così “spinte”?

“Non ho provato assolutamente nessun imbarazzo. Poi Salvatore Piscicelli mi ha insegnato che nel cinema tutte le scene sono difficili, per cui queste non sono state più complicate di altre. Anzi, mi sono divertita a girarle. E’ stato più complicato girare le scene nelle quali dovevo stirare o accudire Ernesto, perché sono un po’ negata per le faccende di casa. Nessuno mi vorrà mai a casa per questi motivi”.

– Come è stato il tuo primo incontro con Piscicelli?

“Lui è un amante della cucina giapponese per cui, dopo avermi scelta, mi ha invitata a cena in un ristorante giapponese, dove il cibo era piccante da morire. Per farlo contento ho mangiato tutto, perché ho pensato che fosse un altro provino e quindi era meglio non lasciare nulla…”.

– Pensi che potrebbe capitarti, nella vita, di innamorarti di un sessantenne?

“Ritengo che possa nascere un rapporto di estrema stima, per esempio, tra studentessa e professore, tra attrice e regista. Tutte queste sono figure più grandi di me che io stimo molto. Però arrivare a una storia d’amore, adesso non saprei dire. Non mi è mai capitato, ma non lo escluderei”.

– Il fatto che Ernesto fosse così benestante, quanto può contare in un rapporto di questo tipo? Assomigli un po’ a Luana?

“Luana non era molto attaccata ai soldi anche se poi, una volta che riceveva un regalo, forse all’inizio rifiutava, ma poi lo prendeva. E’ anche furba Luana perché, pure se viene dalla periferia non è stupida. Io sono un po’ come Luana, vengo da Cinecittà, non sono attaccata né ai soldi, né alle cose materiali”.

– Ma tu, sessualmente, sei veramente così disinibita come nel film?

“Sì, un po’ lo sono, perché qualcosa mi è pur capitato di fare nella vita”.

– Quanto è comune, alle ragazze della tua età, questo accettare il sesso così, per quello che è, con una ragazza, con un uomo, con chi capita?

“Nell’attuale generazione c’è questa molla trasgressiva, ma c’è anche una forte riscoperta della verginità, dei valori. Troviamo da una parte la trasgressione e dall’altra la riscoperta della purezza, della verginità, dei valori di una volta. E adesso convivono questi due estremi”.

– Secondo te, si può rimanere imprigionati in un personaggio così, un po’ spregiudicato?

“All’inizio è inevitabile rimanere un po’ intrappolati da questo personaggio, che però mi piace. Poi, con lo studio e con una preparazione di base, ne uscirò, per rientrarci magari successivamente”.

– Sai dirmi chi è Luana nel film?

“E’ una ragazza di periferia molto disinibita. Si diverte a provocare, a giocare. E’ sì ignorante, un po’ goffa, però è anche intelligente. Luana ci ha saputo fare, ha saputo cercare un lavoro per guadagnare dei soldi, ma è anche una ragazza che si diverte, è curiosa. Perciò questo personaggio di Ernesto, quest’uomo così colto, serio, la incuriosiva, per cui lei si è divertita a girargli intorno. Estrema e sublime, Luana svela con autoironia il segreto del suo fascino: pura gioia di vivere nel puro godimento dell’essere, senza alcun senso di colpa. Luana gioca, si fa desiderare, provoca…”.

– Cosa ti ha attratto, in particolare, di questo personaggio?

“E’ un bel ruolo, un po’ simbolico e un po’ liberatorio, per rivendicare anche il diritto di divertirsi un po’, di dissacrare e provocare…”.

Exit mobile version