Chi più chi meno, oggi tutti conoscono le «misure» del talento dei divi porno. Rocco Siffredi è stato applaudito a Cannes, avendo ricevuto nelle vicinanze il premio che gli spetta: non la Palma d’oro ma l’Hot d’or. Il cinefilo Piscicelli, dopo anni di silenzio è tornato alla carica con un bel film erotico, in cui Roberto Herlitzka, attore lanciato dal nostro regista spirituale, Orazio Costa, fa cosacce senili con Raffaella Ponzo. E Davide Ferrario, uno degli ultimi registi che credono nei comandamenti marxisti, ha girato «Guardami», in cui esamina la «reificazione» del corpo nel mondo del porno, nei locali per scambisti, ma nega di essersi ispirato alla vita della santa laica e simpaticissima Moana Pozzi, diventata una opinion leader più del deputato Cicciolina, ma andatasene troppo presto. E c’è la possibilità che questo film, che vuole dimostrare i sentimenti piccolo borghesi che vincono nell’ambiente finto spregiudicato, sia candidato alla Mostra di Venezia, grazie anche al curriculum di tutto rispetto del regista. Tutto questo per dire che l’aggettivo porno è stato sdoganato, se ne fa uso corrente. Sono uscite due biografie, una del ragazzo selvaggio americano John Holmes, quello dei 32 centimetri, morto di Aids dopo alcune migliaia di film porno, accanto a una moglie che giurava essere il cuore l’organo più dotato del marito, contro ogni credenza popolare; l’altra sul nostro Siffredi, che ha invece un inconscio più tranquillo, tiene famiglia e vecchiaia assicurate all’ombra del plus valore che gli dà da qualche anno l’industria dell’hard, per la quale egli è stato riconosciuto stallone d.o.c. anche impersonando sexy Tarzan o Marco Polo.
Il preambolo per dire che non c’è da stupirsi che oggi Siffredi, in una versione nuova, decisamente corretta, decisamente espressiva nel contesto del film, sia uno degli amanti dell’infelice e post romantica protagonista di «Romance», di Catherine Breillat, autrice di sano intellettualismo alla francese. E se il film risente di questa sorta di decadentismo femminista («vorrei incontrare Jack lo Squartatore per essere squartata…» e via eccedendo), ci sono alcune scene forti, come pare anche in quello di Ferrario, in cui il sesso non è mimato e i maschi non stanno, come di solito, con i pantaloni alzati. Così chiunque potrà apprezzare gli oscuri oggetti del desiderio, anche se la Breillat si spinge nel viaggio dell’inconscio sessuale, fino al limite del ridicolo, specie quando prova il sadomaso con il preside della scuola presso cui insegna. E al suo fianco c’è un compagnuccio inerte e dallo sguardo triste, forse perché se Rocco è mr. 26 centimetri, lui arriva a malapena a 12 e non se ne fa una ragione.
di Maurizio Porro