“Quartetto è il frutto di un lavoro di gruppo: in fase di sceneggiatura, i personaggi sono stati costruiti modellandoli sulle interpreti”.
Salvatore Piscicelli per “La Repubblica”
E’ la storia di alcune attrici fra i ventitré e i ventisette anni
di ROBERTO NEPOTI
CHE COSA sognano le fanciulle in fiore? Incubi a giudicare da Quartetto, il film che Salvatore Piscicelli ha realizzato secondo le regole di “castità” del Dogma di Lars von Trier. Ne sono protagoniste quattro amiche attrici, di età compresa fra i ventitrè e i ventisette anni, tutte afflitte da problemi personali e famigliari, crisi d’identità.
La più sofferente è Angelica (Beatrice Fazi), figlia illegittima di un celebre attore defunto, appena lasciata dal fidanzato e che ha già tentato una volta il suicidio. Ma non sono tanto allegre neppure Irma (Raffaella Ponzo), che non ha mai conosciuto il padre e ora, a venticinque anni, sta per incontrarlo, Francesca (Maddalena Maggi), lesbica oppressa dalla convivenza con un agenteamantegenitore vicario dopo la morte dei suoi, e Eva (Anna Ammirati), che si droga e fa l’amore di gruppo per compiacere il suo ragazzo, Guido.
Un giorno, a casa di Eva piove la mamma, ancora giovane e bella (è Valeria Cavalli), che ha lasciato il padre e intende concedersi una vacanza. Guido si prende una cotta per lei e i due finiscono a letto; scoperti, naturalmente, da Eva. Frattanto Irma è andata a letto con Francesca, che le ha confidato il suo amore. Quartetto è il frutto di un lavoro di gruppo: in fase di sceneggiatura, i personaggi sono stati costruiti modellandoli sulle interpreti. Non in senso autobiografico, certo; però rispettandone i tratti caratteriali e l’atteggiamento di fronte alla vita. Ne è uscito un film abbastanza deprimente, tuttavia intenso e sincero e che vale la pena di vedere.
QUARTETTO
Regia di SALVATORE PISCICELLI
Con ANNA AMMIRATI, MADDALENA MAGGI,
BEATRICE FAZI, RAFFAELLA PONZO